UN SANTO, UNA PIA PRATICA, UN’IMMAGINE
Un santo, una pia pratica mariana, un’immagine: è festa grande anche a Mesagne per l’indizione dell’Anno mariano carmelitano per celebrare i 750 anni della donazione dello Scapolare.
«A Mesagne – dice una nota del Centro stampa carmelitano di Roma -, cittadina della provincia di Brindisi, la devozione alla Vergine del Carmelo è particolarmente sentita per via di un “miracolo” operato dalla stessa Madre di Dio. Recentemente il Santuario è stato elevato a Basilica minore da Giovanni Paolo II ed il 25 marzo scorso, solennità dell’Annunciazione, in occasione dell’Anno Mariano carmelitano – indetto dal Priore Generale del Carmelo, p. Joseph Chalmers – il Sommo Pontefice ha inviato a p. Chalmers e a p. Camillo Maccise, Preposito Generale dei carmelitani Scalzi – una lettera con la quale esprime la sua gioia per la celebrazione di quest’Anno Mariano che avviene in concomitanza al 750° anniversario del dono dello Scapolare. Nella lettera, dopo aver parlato dell’immagine biblica di Maria e della devozione mariana del Carmelo sotto il titolo di Patrona, madre e Vergine Purissima, il sommo Pontefice esclama: “Anch’io porto sul mio cuore, da tanto tempo, lo scapolare del Carmine! Per l’amore che nutro verso la comune Madre celeste, la cui protezione sperimento continuamente, auguro che quest’anno mariano aiuti tutti i religiosi e le religiose del Carmelo e i pii fedeli che la venerano filialmente, a crescere nel suo amore e a irradiare nel mondo la presenza di questa Donna del silenzio e della preghiera”».
Ed a Mesagne, proprio nella Basilica-Santuario dei padri carmelitani, il Maestro Onofrio Bramante, scomparso a Bari il 22 maggio dello scorso anno, realizzò nel 1987, una grande opera, olio su tela, alta 3 metri e larga 3, nella quale raffigurò «La Vergine del Carmelo che consegna lo scapolare a S. Simone Stock». Inserendola nel contesto della Chiesa, si è sostenuto che «i quadri, anche se artisticamente validi, non armonizzavano con il resto della Chiesa e a nulla valse il lavoro integrativo del Maestro nel dipingere altri affreschi nella parte superiore dell’abside».
Dunque non vi è chi affermi che l’opera – realizzata dal compianto maestro, nato a Milano da genitori pugliesi e stabilitosi in Puglia nel 1974 – non sia artisticamente di valore. Essa ritrae il santo di origine inglese proprio con la visione dello Scapolare del carmine, che la Vergine gli consegnò, e l’artista sublimando il messaggio di salvezza sotteso alla devozione dello scapolare, è capace di comunicare ed attualizzare il messaggio: come tanti re d’Inghilterra vollero morire santamente con indosso lo scapolare e salvarsi, così l’umanità nuova si salva attraverso il suo affidarsi alla Vergine, come più volte del resto ha fatto il Santo Padre nel corso di questi anni. E l’impaginazione del grande dipinto di Onofrio Bramante testimonia tutto questo: con l’umanità, a sinistra di chi guarda, tutta protesa verso il dono della Vergine del Carmelo al santo inglese e con quest’ultimo che implora l’intervento ed indica uomini e donne di ogni età, mentre ricorrono a lei invocando un aiuto.
A. Sconosciuto