LA BIBLIOTECA COMUNALE “U. GRANAFEI” – CENTRO DI CULTURA STORICO-SOCIALE
«La biblioteca pubblica a Mesagne dall’unità ad oggi» è iltitolo di una pubblicazione edita dalla biblioteca “U. Granafei” di Mesagne a cura del suo direttore Domenico Urgesi.
Essa racchiude gli atti del convegno sulle «Biblioteche pubbliche non governative in Terra d’Otranto. Passato, realtà e funzione» che si è svolto lo scorso anno.
Una snella pubblicazione attraverso la quale il direttore Urgesi ripercorre gli albori dell’ente letterario comunale specificandone le funzioni e le finalità. Pubblicazioni giornalistiche e ingiallite comunicazioni di servizio fanno dell’opuscolo un interessante excursus informativo su quella che ieri come oggi fu una delle biblioteche più interessanti dell’intera Regione Puglia.
Vero gioiello dei ricordi è una fotografia che l’Urgese ripropone in cui si intravedono oltre agli armadi, in cui sono conservate le collezioni librarie, anche alcuni reperti archeologici che fanno da primo nucleo a quello che diventerà qualche anno dopo un vero museo. Ricostruiamo attraverso le cronache giornalistiche, a noi tanto care, il prologo della nascita dell’istituzione mesagnese che all’epoca contava 2430 volumi.
L’avvenimento viene così ricordato dal “Corriere delle Puglie” del 29 marzo 1913: «Sotto gli auspici dei promotori di questa biblioteca popolare “Ugo Granafei”, è stato istituito con alto sentimento un piccolo museo per la raccolta di epigrafi, oggetti d’arte e di antichità esistenti nel nostro capoluogo, allo scopo principale di evitarne l’esodo o la distruzione e per onorare la nostra città di un’utilissima istituzione».
A quasi un secolo di distanza il museo Granafei è divenuto il «Museo della civiltà messapica» che annovera tra le sue collezioni ben settemila reperti provenienti dall’area territoriale ed ha trovato degna sistemazione del castello Normanno-Svevo. Un museo arricchito anche da altre sezioni come ad esempio quella del ferro e quella romana che non mancano di destare curiosità tra i visitatori.
L’importanza della biblioteca comunale aumentò in seguito ad alcuni doni ricevuti da S.M. il Re. La notizia venne data da «Il Mattino di Napoli» il 25 aprile 1914 in cui il cronista scrive: «oggi mi giunge notizia, che io comunico con vero compiacimento, di due altri importanti doni: parecchi libri mandati da S.M. il Re e una fotografia con autografo della Regina Madre».
Tanti negli anni le personalità che visitarono la biblioteca lasciando un proprio ricordo o un attestato di benemerenza come ad esempio il comm. Bartolomeo Bogara, direttore delle Gallerie e Musei vaticani che nel giugno del 1924 visitò la biblioteca e il museo di cui fece diversi calchi e trascrisse epigrafi da studiare nella sua “città eterna”, ed ancora il dott. Enrico Muzi, ispettore centrale del ministero dell’Istruzione, che durante la visita alla città ebbe parole di apprezzamento per la biblioteca e sul libro dei visitatori lasciò la presente dedica: «… di essere molto soddisfatto d’aver trovato a Mesagne una biblioteca ben tenuta e un bel museo di antichi prodotti dell’arte del paese».
Sono gli anni del dopo conflitto mondiale in cui il paese si era ulteriormente impoverito e in cui cerca di destarsi lavorando e producendo, per lasciarsi alle spalle il triste ricordo di una guerra combattuta su un terreno ostile e freddo in cui moltissimi di loro, purtroppo, non fecero più ritorno.
Ed anche in quegli anni dolorosi è la biblioteca “U. Granafei” a proporsi con le iniziative culturali per ricordare i caduti della Grande Guerra, quei figli di una terra calda del Sud che mai più rividero insieme ai visi delle proprie madri, delle spose e dei figli. Un doloro immenso per Mesagne che in quegli anni perse il fiore della propria gioventù.
Ed è così che dalle sponde del Piave e dal Cippo Baracca giunsero appositamente delle pietre da essere conservate a ricordo nella sezione “Ricordi Patriottici” della biblioteca e custodi naturali furono nominati gli alunni delle scuole i quali dopo le lezioni dovevano cantare la canzone del Piave a ricordo dei tristi avvenimenti di guerra. Per l’occasione il Re inviò un’epigrafe che venne scritta su di una lapide murata nella facciata dell’edificio scolastico a perenne ricordo degli avvenimenti. Insieme alle zolle venne donata la bandiera di Trento nei cui luoghi divampò la battaglia.
Nelle due ultime pagine del volumetto curato dall’Urgesi vi sono due lettere che ripercorrono amaramente la chiusura della biblioteca comunale e la destinazione dei suoi volumi ad alcune istituzioni scolastiche presenti sul territorio.
Decisione che di fatto smembrò la bellissima collezione creando apprensione nel mondo letterario mesagnese privo ormai del suo faro-guida.
“La bella istituzione non esiste più” queste le parole con cui il dott. FranKlin Nardelli, nell’ottobre del 1951, comunicava al sindaco De Francesco la soppressione dell’ente. Oltre ai libri in quegli anni sparì, come denunciato dallo stesso Nardelli, tutta la collezione museale.
Anni bui che si spera mai più ritorneranno e naturalmente per ottenere questa certezza è necessario incrementare e credere nell’istituzione dell’attuale biblioteca che oggi possiede 21.000 volumi inventariati e 8.000 da inventariare per mancanza di spazi. Ogni anno la biblioteca vanta la presenza di oltre 6.000 utenti, divisi tra studenti, studiosi, lavoratori e naturalmente le casalinghe che tra un pranzo e una cena vogliono acculturarsi maggiormente leggendo pubblicazioni di qualsiasi argomento.
Infine della biblioteca comunale fanno parte circa 2000 volumi che costituiscono una sezione speciale di archeologia. Da qui si evince lo stretto legame che negli anni ha legato biblioteca e museo, la quale tra poco dovrebbe essere smembrata di questa sezione che sarà trasferita nel castello Normanno-Svevo a disposizione del «Museo della civiltà messapica» e dei suoi studiosi.