Quando fu fondato l’Istituto (era l’anno 1991 e la denominazione di allora era Istituto Culturale Storia e Territorio, a cui fu aggiunta, successivamente, una ulteriore denominazione: Università Popolare e della Libertà) fu compiuto solo un atto formale di qualcosa che durava da tempo ed andava molto oltre. Anche quando alcuni amici, animati da una grande amicizia, da una fratellanza culturale ed accomunati dallo stesso scopo di recuperare e attualizzare il patrimonio storico-culturale del territorio mesagnese, decisero di fondare un mensile culturale, le cose partivano da lontano.

Erano perfettamente consapevoli che non sarebbe bastato solo l’amore per la loro terra e per la cultura, anzi le due cose allora non apparivano facilmente coniugabili perché Mesagne viveva periodi bui e l’umanesimo tanto declamato successivamente era ancora al di là da venire. Anzi, a ben vedere (senza ipocrita modestia ma consapevoli sino in fondo del ruolo svolto) Radici e l’Istituto hanno avuto, ieri, un ruolo non secondario nel favorire questa svolta e, oggi, nel mantenerla.

Radici prese corpo subito dopo la tragica perdita dell’indimenticabile amico Giovanni Cingolani, fondatore delle Edizioni del Grifo di Lecce. Sulla sua rivista, “Lu lampiune”, distribuita in tutto il Salento, tre mesagnesi, amici fraterni (Marcello Ignone, Angelo Sconosciuto e Mario Vinci) sin dal dicembre del 1990 pubblicavano la Rassegna brindisina, in attesa di dare a questa pubblicazione, una veste autonoma. Da quel nucleo storico e da quella idea prende corpo Radici.

A quel nucleo si aggiunsero altri, in particolare il prezioso ed insostituibile amico Tranquillino Cavallo, vero motore di Radici.

Ci sostenne e ci sostiene solo la tenacia nel portare avanti quella stessa idea di allora, pubblicando sia la rivista che molti volumi, ma anche effettuando lezioni di tradizioni popolari agli anziani, convegni ed incontri culturali di vario tipo. La pubblicazione di Radici, è ormai al traguardo prestigioso di quattro anni, cosa inusuale nel panorama mesagnese, ed ora Radici è anche on line.

Nell’ormai storico ed introvabile primo numero di Radici era riportata la nostra idea di fondo, le convinzioni che ci tenevano e ci tengono più che mai uniti.

Nell’archivio on line troverete quell’editoriale dal titolo emblematico di “Ripensiamo la nostra storia”. Altri editoriali hanno, poi, chiarito meglio a noi e a tutti voi la strada da seguire, sempre nell’interesse del paese. Nessun altro scopo ci ha mai sfiorato né ci sfiorerà mai, perché l’Istituto e il suo mensile sono trasversali a tutti gli schieramenti ideologici.

La cultura, quella vera, non ha padroni e la storia non fa sconti a nessuno.

Marcello Ignone